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COMUNICATO STAMPA E RESOCONTO  sul Convegno VERSO IL PIANO DEL VERDE, sulle funzioni del Verde urbano,  di Venerdi 12 aprile u.s.

Il convegno Verso il Piano del Verde di Venerdì 12 Aprile ai Musei comunali, promosso dal coordinamento delle associazioni ambientaliste di Rimini, ha avuto pieno successo, con la Sala del Giudizio piena di un pubblico attento e qualificato, costituito da tecnici e cittadini, professionisti e rappresentanti degli Enti pubblici.

Il convegno ha delineato i contenuti della pianificazione del verde urbano come parte organica e necessaria della pianificazione urbanistica delle nostre città. Ed ha risposto così anche alle dichiarazioni dell’Assessore all’Ambiente di Rimini Anna Montini: la fotografia del verde pubblico è uno step importante ma il Masterplan del verde urbano deve avere dei contenuti che indirizzano ed ottimizzano le diverse azioni che si svolgono sul territorio.

Attualmente, attuare interventi senza un piano almeno dei servizi ecosistemici e delle criticità esistenti, pone davanti al rischio dell’inefficacia dell’intervento. In sostanza, fino a che non si possiede un quadro delle criticità funzionali del sistema città, allargato se mai all’area periurbana, si rischia di ridurne anche fortemente l’effetto, senza rispondere appieno alle esigenze della città.

Dobbiamo riqualificare le città con la natura e non in maniera estemporanea senza una pianificazione che indirizzi verso un resiliente adattamento ai cambiamenti climatici e ad una maggiore qualità di vita. E dobbiamo farlo ora!

Questo il messaggio di fondo del convegno, che può essere declinato in alcuni punti chiave che i relatori che si sono succeduti hanno a diverso livello sostenuto:

  • Le funzioni del verde migliorano la qualità dell’aria e riducono l’incidenza delle malattie cardiovascolari e respiratorie degli abitanti delle città, come del resto ci indica l’OCSE. E’ necessario perciò investire con decisione sul “patrimonio naturale” delle città. Il costo sociale dell’inquinamento ( in termini di salute umana e impatto ambientale ) non è considerato nel prezzo di mercato dei beni o servizi che l’hanno causato. La spesa per il verde invece non è un costo inutile ma un importante investimento che favorisce nel tempo la salute pubblica.
  • Bisogna valutare le funzioni del verde attuale per capire le criticità della città alle varie scale. Occorre cioè costruire un quadro degli attuali servizi ecosistemici, soprattutto di regolazione e culturali, che hanno una valenza di bene collettivo. Si deve partire quindi dalle necessità di base della città che attengono al benessere e alla qualità urbana
  • Monitorare la biodiversità della città significa garantire il funzionamento del sistema verde, controllare le criticità e sviluppare i rapporti con le aree rurali per creare infrastrutture verdi/blu che rendano l’area urbana più vivibile e resiliente. Non tutte le specie arboree sono uguali a questo fine, e per avere la massima efficienza le piante devono “stare bene”. La progettazione del verde ha quindi un valore che va oltre l’estetica. La scienza può e deve quindi supportare la Politica perché’ questa risponda alle esigenze dei cittadini e non a se stessa
  • L’indirizzo che viene dal convegno è di adottare la vision della Strategia Nazionale sul Verde Urbano che si declina in tre principi base:
  1. Perché il verde sia efficace la natura ha bisogno di spazio e quindi dobbiamo passare dai mq dei vecchi standard agli ettari delle funzioni ecologiche per il benessere;
  2. Occorre poi ridurre le superfici impermeabili soprattutto asfaltate;
  3. Adottare le “foreste urbane” come riferimento strutturale e funzionale del verde urbano, visto come unità complessa costituito da tutti gli elementi (radure, arbusteti, zone d’acqua, filari ecc,) che possono caratterizzare la diversità forestale e quindi l’infrastruttura verde/blu che deve permeare e attraversare la città.

La Strategia per il verde urbano comprende poi anche un ulteriore documento operativo, le Linee guida per la gestione del verde urbano… le cui azioni rispondono in modo efficace agli indirizzi  delle Green City e in particolare all’obiettivo 11 dell’agenda 2030 ONU, in cui si chiede di rendere le città e le comunità sicure, inclusive, resistenti e sostenibili.

Il piano del verde quindi non è un piano di settore ma è una risposta alla complessità ecologica dell’ecosistema urbano e come tale deve essere elaborato da una equipe multidisciplinare sia per la pianificazione che per la progettazione.

Le numerose personalità nazionali presenti al convegno sviluppando i diversi argomenti hanno costruito un quadro i cui colori si auspica possano costituire la struttura portante di un Masterplan adeguato alle prospettive della città di Rimini, che si agganci alla Pianificazione urbanistica organizzandone la parte Verde/blu per una sua maggiore resilienza ai cambiamenti climatici ed il benessere della città e dei suoi cittadini.

A breve saranno disponibili per chi è interessato le relazioni ed i video presentati dai relatori intervenuti al Convegno

Per il Coordinamento  associazioni  ambientaliste del Riminese

    ANPANA Rimini, dnA Rimini, Fare Ambiente, Fondazione Cetacea, Italia Nostra, Legambiente, L’Umana Dimora e WWF Rimini

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